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LIBRI d'Arte


Storia universale dell’Arte
Sezione terza, diretta da Enrico Castelnuovo
L’età delle avanguardie
Ivor Davies
Utet
 

La successione di nuovi movimenti artistici, definite avanguardie. connota il primo quarto del Novecento. Sebbene ciascuna nuova espressione volesse contrapporsi in modo rivoluzionario e innovativo a quella precedente, oggi si presentano nel loro insieme come un periodo completo e unificato, l’era delle avanguardie.
I movimenti sono stati messi a nudo e analizzati in profondità  nella seconda metà del Novecento.
In quest’opera ampie sezioni e capitoli mostrano le tendenze generali. In un periodo molto breve si sono susseguiti numerosi movimenti, sicchè le sezioni sono in parte cronologiche e in parte simultanee: primitivismo, percezione caleidoscopica della realtà, astrazione, Dada e il periodo delle ricostruzioni dopo la prima guerra mondiale sono elaborati uno dopo l’altro, anche se forti elementi di ciascuno sono presenti negli altri.
Per individuare gli aspetti specifici, anzichè limitarsi a classificare, ogni fenomeno artistico è riportato al suo retroterra culturale e nazionale; pertanto, ogni sezione è divisa in modo da mostrare  la tendenza dei diversi centri artistici, ciascuno con il proprio modo di pensare, in condizioni specifiche. La realtà è un flusso in costante mutamento di idee e manifestazioni cui l’autore impone un ordine al fine di cogliere in qualche modo la crescita o comprendere perlomeno che si tratta di una realtà in divenire.

“L’anno 1913 costituisce l’apogeo dell’avanguardia, il momento in cui talune manifestazioni dell’arte si fanno così radicali che sembra impossibile procedere oltre quel punto estremo. Intanto, nel mondo, le novità non mancano. Eistein diventa celebre in tutto il mondo con le teorie sulla relatività; fa la sua comparsa Du cotè de chez Swann, il primo volume della Recherche di Proust;
desta grande sensazione il balletto di Stravinskij Le sacrè du printemps; Duchamp progetta il suo primo “ ready-made”; Boccioni crea la scultura dinamica Forme uniche nella continuità dello spazio; Kandinskij si avvicina all’astrazione e una delle scenografie di Melevich per la Vittoria sul sole nel dicembre del 1913 diventa un’opera fondamentale del suprematismo, sfociata l’anno seguente nel punto più alto dell’arte non oggettiva, il suo primo Quadrato nero.”(dall’Introduzione)
 

Ivor Davies abita a Penarth in Galles, dove ha studiato pittura dal 1952 al 1956. E’ stato una figura centrale dell’International Destruction in Art Symposium tenutosi a Londra nel 1966 e ha proseguito con attività multimediali e teatro sperimentale, per poi dedicarsi di nuovo principalmente alla pittura e alle mostre in tutto il mondo.

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L'età delle avanguardie, Ivor Davie, Utet, 2002

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