[an error occurred while processing this directive]

Antifascismo, guerra e liberazione in Europa 1925-1945
GENOVA 16 Novembre 1995 - 3 Marzo 1996
[an error occurred while processing this directive]

[an error occurred while processing this directive]


 
La mostra che si sta svolgendo a Genova, inserita tra le manifestazioni storico-culturali per le Celebrazioni del Cinquantennale della Resistenza e della Guerra di Liberazione, offre piu' di uno spunto di grande approfondimento circa le tematiche che maggiormente caratterizzarono il contesto dell'arte europea tra le due guerre, fino ai giorni del crollo dei domini totalitari. L' esposizione raccoglie ben 300 importanti opere di pittura, scultura e grafica di artisti di grandissimo valore fra i quali: Beckman, Chagall, Dix, Masson, Miro', Picasso, Grosz, Guttuso, Vedova, Faurtier, Kokoschka e tanti altri. Attraverso l'arte, viene raccontata la grande atrocita' della guerra, l'immensa desolazione dell' uomo distrutto di fronte alle macerie da egli stesso generate. Il percorso espositivo e' dislocato secondo una successione cronologica e tematica, che permette una chiara comprensione di quella che e' stata l'evoluzione della espressioni dell'arte di fronte alle caratteristiche fondamentali del potere delle dittature fascista e nazista di quegli anni.
Gli artisti che fin dal primo momento vivono questo disagio, riflettendo sulle conseguenze del totalitarismo e esprimendo con le loro opere un senso di aperta contestazione all'insorgere della soppressione della liberta', saranno tra i primi a subire repressioni continue: alcuni verranno deportati perche' ebrei nei campi di concentramento, altri arrestati o mandati al confino, il loro NO! sara' fortemente pagato dal duro prezzo della non liberta' non solo come cittadini ma anche come artisti. La mostra e' articolata in 10 sezioni che qui possiamo ricondurre a due fasi storiche. La prima e' caratterizzata dagli aspetti del rapporto tra la "entartete kunst" (l'arte degenerata, nella definizione del regime hitleriano) con le vicende politiche degli anni '20 fino alla meta' degli anni '30. Vi sono artisti come Masson, Munch, Caspar, Scipione, Savino, Pirandello che hanno intuito, anche negli anni precedenti lo scoppio della guerra, che seppur la dimensione quotidiana del totalitarismo non si era evidenziata esplicitamente, i cenni di angoscia e di violenza come preannuncio di catastrofe erano dei segnali ormai inequivocabili. Il volto del totalitarismo, in cui si evidenziano con maggiore chiarezza le sostanziali politiche antidemocratiche di Germania e Italia, viene condannato e ben rappresentato anche sotto forma caricaturale dai fotomontaggi di John Heartfield (per la prima volta esposti in Italia in questa mostra).Altrettanto significative sono le opere che Paul Klee esegue dal 1933 al 1940: si tratta di disegni bellissimi, il cui tratto si fa gesto improvviso, segno interrotto, l'inquietudine delle immagine si evidenzia dalle forme grottesche, la sua condanna espressa tramite la sua arte, il suo essere ebreo, lo porteranno prima all'arresto e poi all'esilio. I suoi quadri insieme a quelli di tanti altri grandi artisti saranno presenti alla terribile mostra di Monaco del 1937 sull'Arte degenerata, appositamente voluta da Hitler per "ghettizzare" gli oppositori al regime.
La seconda parte della esposizione e' rappresentata da un vastissimo gruppo di opere che descrivono lo stato d'animo e la forte drammatizzazione che gli artisti sentono di fronte alle tragiche conseguenze della guerra, dalla disgregazione dell'uomo ai massacri dell'olocausto.Il linguaggio pittorico che forse meglio rappresenta questa tensione tematica e' quello espressionista, in cui le forme dilatate e una dimensione cromatica non oggettiva garantiscono una completa aderenza al sentimento di disperata rivolta alla tragicita' del Male. Il tema della crocifissione, elaborato indipendentemente dalle varie adesioni confessionali, sara utilizzato simbolicamente anche da artisti di cultura ebraica come Chagall con le tre opere "Resistenza" (1938-1948), "Liberazione"(1937-1953), "Resurrezione"(1937-1948) e da artisti laici come Guttuso con la nota opera "Crocifissione" del 1940-1941.Entrambi, seppur con diversi stili pittorici, rappresentano il dramma dell'uomo simbolo della sofferenza di tutto il mondo. Cosi' Guttuso racconta della sua opera:"Voglio dipingere questo supplizio del Cristo come una scena di oggi. Non certo nel senso che Cristo muore ogni giorno sulla croce per i nostri peccati... ma come simbolo di tutti coloro che subiscono oltraggio, carcere, supplizio per le loro idee... le croci (le forche) alzate dentro una stanza." Ma il simbolo per eccellenza di questa bellissima mostra di Genova e' l'opera di Pablo Picasso "Testa di cavallo", eseguita il giorno dopo il tragico bombardamento nel 1937 di Guernica da parte dell'aviazione nazista durante la Guerra civile in Spagna. Quest'opera e uno dei tanti studi dedicati alla realizzazione di "Guernica", straordinario dipinto-tesimonianza della violenza della guerra e dell'ingiusto e indiscriminato martirio della popolazione civile. L'urlo di disperazione, il grido di dolore del cavallo e' il dolore di un'intera umanita'. Il colore vi perde il suo senso originario della significazione della vita, del germogliare della speranza. Il colore non esiste piu'. Non c'e' piu' spazio per la molteplicita' della vita, prevale solo l'unicita' della morte. Le parole non servirebbero mai a descrivere un dolore cosi' grande, solo il silenzio e lo strazio di un'urlo assordante ricordano il senso di quelle infinite morti; l'Arte non puo' che non essere rappresentazione di questo urlo, di questo silenzio dopo la morte. Cosi' scrive Picasso in quell'anno: "...Come si potrebbe disinteressarsi degli uomini , e in grazia di non so quale eburneo distacco, dissociarsi dalla vita che essi vi apportano in cosi' gran copia? No, la pittura non e' fatta per decorare gli appartamenti: e' uno strumento di guerra offensiva e difensiva contro il nemico...".L'artista non si pone piu' oltre il senso delle cose, la sua espressione pittorica non subisce piu' passivamente l'onda di violenza; l'artista documenta, testimonia tutto cio' che vede con gli occhi e con la forza di chi non puo' piu' rinunciare al desiderio, seppur disperato, di vivere. L'Arte, tutta l'Arte di questa mostra di Genova, rappresenta in fondo la difesa della vita nello scontro con la morte.

Maria Anna Tomassini

[an error occurred while processing this directive]
 
 

[an error occurred while processing this directive]
 
 

[an error occurred while processing this directive]
 



NeT-ArT Home