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Balthus

Balthus: i disegni del periodo romano


 
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Nel duecentesco Palazzo dei Papi di Viterbo, edificio di grande bellezza architettonico-artistica, si sta tenendo una interessante mostra sui disegni del noto pittore francese di origini polacche Balthus, ritenuto giustamente uno dei più grandi artisti viventi di fama internazionale.
Viterbo ospita questa esposizione proprio perchè il pittore, quando era direttore dell'Accademia di Francia a Roma negli anni '70, decise insieme ad altri intellettuali di sostenere la tutela del paesaggio naturale e urbano della Tuscia.
La passione di Balthus per questi paesaggi della campagna laziale si concretizzò anche nella scelta di avere come studio il Castello di Montecalvello, che secondo alcuni storici fu edificato tra il 774 e il 776 dall'ultimo re longobardo Desiderio.
Quindi il legame di Balthus con questa terra si fa prima di tutto artistico. Ma a parte un acquarello di intensa e attenta descrizione figurativa del paesaggio di Montecalvello, la mostra viterbese esprime particolare valore proprio sui disegni, in gran parte degli anni '60 e '70 che sono di inestimabile fascino grazie all'armonica definizione del tratto disegnativo, che cresce e si sviluppa in un continuo vortice espressivo, creando negli occhi dell'osservatore un silenzioso stupore, un'ammirazione quasi naturale, ma non per questo ovvia, di fronte all'altrettanta naturalezza di quei corpi di fanciulle così dolcemente incantate, in un tempo lontano dalla labilità fugace della vita di ogni giorno. Lo scrittore Albert Camus scrisse così in un catalogo ad una mostra di Balthus che si tenne a New York nel 1949: "Balthus sceglie i modelli e fissa l'emozione e la scena nello stesso tempo, con tale precisione che noi abbiamo l'impressione di contemplare, come attraverso uno specchio, deipersonaggi che una sorta di incantamento ha pietrificato, non per sempre, ma per una cinquina di secondi, dopodichè il movimento riprende."
Nella intensa produzione artistica di Balthus il disegno ha sempre avuto un ruolo fondamentale. I primi accenni della sua genialità artistica sono proprio ben 40 disegni che eseguì a soli 11 anni. Nel lungo percorso artistico Balthus ha sempre fatto uso della funzione del disegno in base alle diverse esigenze espressive. Infatti quando la sua unità compositiva rigorosamente classica si esprimeva soprattutto attraverso la pittura, con un uso persino plastico del colore, il disegno acquista una funzione preparatoria al dipinto, definendo così un'ipotesi di congiunzione tra la realtà e la pittura.
Negli anni '60 invece, al contrario dei periodi precedenti, Balthus dipinge assai poco e disegna molto forse attratto dalla classicità di cui è permeata Roma, così come accadde per Dominique Ingres.
I disegni del periodo romano, sono opere complete, cariche di una propria autonomia nella definizione sia stilistica che contenutistica dell'immagine espressiva. Le linee si rincorrono dolcemente e si compie così, come per incanto, in ogni corpo, in ogni tratto di volto, una stasi semplice, pura e sincera attraverso la quale si realizza il desiderio di poter almeno nel mondo dell'arte, giungere come ricorda il suo amico Federico Fellini verso "...una identità dunque tra tempo e forma; un tempo inalterabile", appunto quello così preziosamente presente nelle forme, nelle linee, dei quadri di Balthus.
I ritratti di Balthus, presenti nei disegni esposti a Viterbo rappresentano a livello conscio e inconscio una parte dell'artista stesso. Ecco l'incanto che ci offre questa esposizione: attraverso il tratto di questi volti è chiara l'esigenza di Balthus di cullare la leggerezza di quelle espressioni verso la scoperta di una dimensione reale ma non per questo meramente oggettiva. In fondo come ammonisce Michelangelo: "...guarderemo dentro di noi e sapremo finalmente distinguere da tutto quello che ci era sembrata realtà, l'unico reale possibile: quello inventato".

Maria Anna Tomassini
 

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LIBRI:
Balthus, Vittorio Sgarbi, Giunti, 2001
Balthus, Bompiani, 2001
Balthus.Memorie,  A.Vircondelet, Longanesi, 2001
Balthus. Le metamorfosi di Eros, Jean Clair, Moretti & Vitali, 1999
L'enigma Balthus, Costanzo Costantini, Gremese, 1996

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