Intervista a
Francesco del Drago

 
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Molti storici dell'arte ti riconoscono un primato come colorista nella pittura contemporanea. Come giudichi il secolo che sta per finire?

In questi cento anni sono avvenute molte cose. Credo che le positive superino le negative. Fauvismo, cubismo, astrattismo e il Dada con il surrealismo, hanno cambiato il modo di fare arte. Il colore ha acquistato un'autonomia espressiva mai avuta nei secoli precedenti. Penso di avere contribuito a questa rivoluzione.
Duchamp e molti altri hanno praticato l'antiarte e l'antipittura con grande successo tra pittori, critici e conservatori di musei, e questo e' stato certamente un dato negativo.

Ma vi è stato un progresso?

In arte non si fanno progressi, migliorano le tecniche e cambiano i problemi. Per fare un passo avanti è necessario fare i conti con chi ci ha preceduto. Nel mio caso ho fatto i conti con Leger e Picasso (per la forma) che ho ben conosciuti e frequentati, e con Bonnard e Matisse (per il colore) studiati nei musei. Dopo il 1950 con gli astrattisti geometrici, e in particolare il mio amico Dewasne, che avevano introdoto in campo plastico elementi nuovi ereditati in parte dagli astrattisti della prima generazione. Ho sostituito, come altri pittori, l'olio con l'acrilico, molto più stabile ed efficace, migliorandone costantemente la tecnica. Non ho abbandonato la figurazione. Alla mia ultima mostra del 1996 a Parigi sono stato molto gratificato del fatto che Dewasne, rigorosamente astratto, ha trovato interessanti anche i nudi e i ritratti. Inoltre ho molti collezionisti che preferiscono gli acquarelli dal vero. Porto avanti cose assai differenti, mi piace e ne ho bisogno. Importante è creare, cioè inventare cose nuove.

Ora vai con una mostra antologica a Los Angeles; dicono che sarà un evento culturale. Cosa speri?

Gli americani, per loro fortuna, non hanno grandi tradizioni artistiche. I pittori non hanno quasi bisogno di tirocinio. Keith Haring in tre anni è diventato famoso in tutto il mondo. Io ho studiato quarant'anni, dal vero e nei musei, gli antichi e i contemporanei per ottenere risultati positivi. So che in America non conoscono il quarto colore principale (il rosso freddo) che mi ha permesso di allargare la gamma cromatica; non conoscono le "coppie giuste" che creano fenomeni cinetici, nè conoscono l'automatismo lento. Spero quindi che siano interessati da queste mie scoperte e ne traggano profitto per svilupparle. Ho fatto già due mostre a New York, ma la mediatizzazione è andata male e il messaggio non è passato. Spero che questa volta le cose vadano meglio, bisogna avere pazienza. So che la mia pittura e la mia teoria sono assai complesse e richiedono tempo per essere comprese. E i mercanti difendono i loro prodotti e temono le novità.

E in Cina com'è andata?

Benissimo. I cinesi sono stati entusiasti.Sono velocissimi di comprensione e non hanno un mercato da difendere. Le mie conferenze, illustrate dai quadri, tramite la rivista ART, sono arrivate ovunque, pare con grande profitto. In Cina il progresso è in tutti i sensi vertiginoso e favorirà anche l'Arte.
 


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