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Al Teatro Melisso di Spoleto nell'ambito della
Manifestazione del Teatro Lirico Sperimentale è stata rappresentata
in prima mondiale, il 31 Agosto, l'opera del giovane compositore tedesco
Helmut Oehring intitolata "Dokumentation 1", vincitrice della II Edizione
del Concorso Internazionale per le Nuove Opere del Teatro Musicale da Camera
"Orfeus" 1995/1996. Oehring, figlio di genitori sordomuti, ha scelto di
rappresentare tramite la sua opera la dimensione comunicativa del mondo
dei sordomuti. Egli fin da piccolo gestiva un linguaggio, quello dei gesti,
che gli ha permesso di scoprire poi da compositore una dinamica proiettata
verso una possibile musicalità, infatti la sua opera rappresenta
un geniale connubio tra gesto e suono, giungendo ad un risultato musicale
carico di emozioni e di continui sviluppi interpretativi del dramma della
difficile comunicabilità tra due diversi linguaggi: quello dei gesti
e quello della parola.
"Dokumentation 1" è un'opera in cui il testo non è un racconto ma una poetica, un pretesto per rappresentare musicalmente l'impossibilità di comunicare; e allo stesso tempo manifestazione di volontà, quasi spasmodico desiderio di affrontare il problema pur senza la pretesa di risolverlo. Si tratta di un "opera aperta" nel senso che lascia allo spettatore possibilità di sviluppo interpretativo, offrendogli un'ipotesi forse paradossale, di incontro tra due diversi linguaggi: quello dei gesti e quello delle parole. Gesti, suoni, espressioni vocali dei due cantanti e delle tre attrici sordomute si intrecciano infatti in una magica sintonia, in un processo di continua interazione delle rispettive capacità. "... Le mie composizioni trattano sempre il problema dell'impotenza di parlare, estendendola a tutti i livelli di comunicazione... Per affrontare i problemi emergenti dall'uso di un testo mi rivolgo al linguaggio dei gesti. Questo è un linguaggio del cervello e dello spazio. Cresciuto come udente da genitori sordomuti penso la musica attraverso i gesti...". (Oehring) Di grande efficacia è stata l'esecuzione del gruppo orchestrale composto da quindici esecutori e da due cantanti (un soprano Anna Clementi e un sopranista Arno Rauning) diretto dal direttore Roland Kluttig. Le tre attrici sordomute Christina Schonfeld, Gabriele Arndt, Alexandra Herrmann, che hanno saputo ben esprimere con i loro gesti il dramma della propria condizione mediante una comunicativa essenziale, diretta, determinata. La regia di Daniele Abbado carica di ancor maggiore emozione il difficile relazionarsi dei due mondi. Giovanni Carluccio ha curato una scenografia ispirata al criterio della massima essenzialità. Tre schermi sospesi, sui quali sono proiettate scene di ordinaria solitudine e incomunicabilità in varie situazioni della realtà quotidiana (atmosfere desolanti di una società sempre più massificata che tende a perdersi nelle molteplici difficoltà comunicative), rendono universale il messaggio dell'opera. Non si è trattato solo di uno spettacolo bellissimo, dal punto di vista tecnico-musicale, ma anche di un'opera fortemente toccante sul piano dell'impatto emotivo, vista la sfida poetico-contenutistica dell'originale autore. L'applauso conclusivo è stato lunghissimo e "silenzioso", il pubblico infatti, per comunicare il proprio gradimento, ha alzato le mani scuotendole ad imitazione del gesto di saluto delle tre attrici sordomute. Maria Anna Tomassini |
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