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    Maurizio Valdarnini è un giovane magro, molto alto, il volto pallido connotato da lieve malinconia.
Prende in mano gli strumenti del suo lavoro, è fotografo, con delicata circospezione e rapidità. Si concentra attentamente e si dispone a indagare il soggetto con tutti gli strumenti del suo sapere tecnico (si sente che devono essere molti e precisi) e con strumenti meno definibili, quelli della sensibilità che senz'altro possiede. Il senso compositivo di uno spazio da riempire, una sua idea della luce, della messa in scena di un'immagine. L'esperienza di impaginare con grazia e precisione quella porzione di realtà che ha deciso di "immortalare", di bloccare con l'obiettivo.

    Io ho visto alcune sue fotografie in bianco e nero e mi hanno colpito soprattutto i ritratti. Questi ritratti hanno una possibilità "narrativa" particolare (non gridata, non eccessiva come accade spesso oggi) ma una qualità di introspezione... come chi attentamente sollevi un velo per mostrare la psicologia, il "sentire" altrui. E tutto questo attraverso lo studio, l'armonioso accoppiamento degli elementi formali e tra questi principale e fondante l'elemento luce.

    In altre foto Valdarnini insegue un tocco di stranezza... figure "insediate" nell'acqua, oggetti estraniati dal loro significato originario, forme della natura unite per dissonanza. E questo fa pensare, supporre, che a fianco della "bravura" sperimentata vi sia la ricerca latente di altre strade da percorrere... immagini di una via differente! Ma questo ce lo dirà il suo futuro lavoro.

                  Giosetta Fioroni
 

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